Darkrainbows

origini e storia del rock and roll

Origini e Storia del Rock and RollOrigini e Storia del Rock and Roll



Il rock and roll è nato fra la seconda metà degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta ed è il prodotto dell'ibridazione di diversi stili musicali, fra i quali il blues, il country and western, il rhythm and blues. Molti pionieri, come i Beatles, hanno affermato di essere stati influenzati dai musicisti blues che li precedettero, anche se la musica dei Beatles era solare, pop, e attingeva alla materia facile e ingenua per cui le adoloscenti ridono, urlano, svengono. Nessun canto di popoli oppressi o di schiavi alla catena, nessuna forma di blues ha mai avuto effetti così devastanti. Era evidente che stava accadendo qualcosa di nuovo.

L'accostamento di queste forme grezze e misconosciute (rispetto a quel che stava accadendo nei circuiti tradizionali della diffusione musicale) riuscì ad incontrare il favore di orde di giovani ribelli e indomabili, che desideravano la Grande Novità in cui immedesimarsi. Non l'avevano trovata nel cinema e nei suoi idoli, la trovarono nella musica, e quella musica si chiamava rock and roll.

Le canzoni rock and roll degli inizi mostravano in maniera evidente le loro radici, perchè un vero e proprio stile rock ancora non s'era potuto sviluppare. Come migranti che s'incontravano in una nuova terra, i rocker erano tutti lì per costruire una nuova comunità e parlare la stessa lingua, ma ognuno portava ancora con sé abitudini e dialetti del paese da cui proveniva. Buddy Holly e Elvis avevano evidenti radici southern (il Texas e Memphis), Chuck Berry e Bo Diddley erano inequivocabilmente prodotti di climi più settentrionali (la storica etichetta discografica Chess Records, di Chicago, specializzata nel blues). Ma tutti imparavano gli uni dagli altri ed entusiasmavano chi li sentiva suonare, esercitando una grande influenza sui chitarristi che incontravano. Questi primi tempi del rock and roll erano davvero un melting pot di stili musicali.



I primi suoni del rock and roll

Non si può dire che i chitarristi dei primi tempi avessero caratteristiche tecniche che fossero veramente distintive. Mostravano piuttosto un atteggiamento nuovo, un diverso modo d'interpretare il ruolo del loro strumento in ambiti musicali che non si discostavano un granchè dai generi allora in voga. Prima del sound ultradistorto di Led Zeppelin e Cream, quando non c'era ancora Pete Townshend a sperimentare come mandare in overdrive un amplificatore, i chitarristi esibivano suoni, come dire... scampanellanti.

I pickup in grado di aumentare il sustain della chitarra non erano più una novità: eppure, quando oggi si pensa al rock delle origini, lo si associa a un sound secco, stridulo, con un decay piuttosto rapido (decadimento: il tempo che occorre ad un suono per spegnersi). Per questo le chitarre di Buddy Holly, dei Beach Boys, di Scott Moore (il chitarrista di Elvis Presley) o di Carl Perkins si orientavano più verso la rapidità e la saturazione dei tempi e meno verso l'ampiezza dei suoni e degli aspetti lirici delle melodie. Insomma, si preferivano molte note, molto veloci, e poche o nessuna di durata estesa, perchè il suono breve e mozzo delle chitarre elettriche di allora così imponeva.




Il rhythm and blues e Bo Diddley


Il rhythm and blues e Bo DiddleyBo Diddley


Nella sviluppo del rock and roll sicuramente ha avuto grande importanza e influenza il rhythm and blues (R&B). Questo genere musicale ha sempre seguito una propria strada, ma ebbe all'inizio un effetto profondo sul rock and roll. Alcuni famosi musicisti, come il cantante e pianista Fats Domino, non erano veri e propri rocker, ma raggiunsero un successo di massa, sull'onda della vicinanza ideale che in quell'epoca (la seconda metà degli anni Cinquanta) s'era creata fra il rhythm and blues e il rock and roll. Inoltre le playlist della stazioni radiofoniche e le classifiche di vendita ancora non tracciavano una linea di demarcazione fra i due generi. Uno degli artisti che più contribuirono a spingere in vetta il rhythm and blues fu Bo Diddley. Nato a McComb, nel Mississipi, Elias McDaniel (questo il suo vero nome) era cresciuto a Chicago, dove i genitori si erano trasferiti quando aveva cinque anni. La sua specialità era quella di suonare con i denti oppure dietro la schiena una chitarra rettangolare che s'era costruito da sé e che brandiva in maniera sessualmente allusiva. Uno dei suoi brani più noti è un inno che intitolò con il proprio nome, in cui esibiva un ritmo sincopato che a sua volta sarebbe stato ricordato con il suo nome, Bo Diddley beat. Diddley fu uno dei primi ad avvicinare un pubblico popolare al rhythm and blues.



Buddy Holly


Buddy HollyBuddy Holly


Nel sud degli Stati Uniti la gente mostra tutt'oggi un singolare attaccamento agli interpreti delle sue tradizioni musicali. Pensate che negli anni Cinquanta il fenomeno era ancora più radicato. Il profondo Sud americano seppe produrre un gusto blues peculiare (chi non conosce il blues del Delta?), che ebbe il peso negli sviluppi del rock. Ma, accanto a questo, anche il cosiddetto Texas Twang trovò il suo spazio. Buddy Holly (il suo nome era Charles Hardin Holley) oggi si ricorda soprattutto per la tragica fine: insieme a Ritchie Valens (Richard Steven Valenzuela) e a The Big Bopper (Jiles Perry Richardson) morì giovanissimo in un incidente aereo il 3 febbraio 1959, definito poi in American pie di Don McLean "the day the music died", "il giorno in cui la musica morì". Buddy compose molte canzoni memorabili, fra le quali That'll be the day, Not fade away, Every day e Peggy Sue, e in pubblico si esibiva sempre con i suoi proverbiali occhialoni. Buddy ha dato un fondamentale contributo alla storia del rock and roll e fu tra coloro che portarono alla celebrità la Fender Stratocaster, una chitarra che, ancora oggi, è tra le Chitarre elettriche più famose al mondo.



Il rockabilly e Elvis Presley


Elvis PresleyElvis Presley


Il sound rockabilly combina la musica d'influenza country al rhythm and blues, mantenendo lo sferragliare di chitarre del primo e lo swing del secondo. Alle sue origini c'è una data precisa. Nel 1954, nei Sun Studios di Memphis, un giovane Elvis Presley si stava scaldando un pò con la sua band, quando il produttore e tecnico del suono Sam Phillips accese il registratore: quello che rimase su nastro fu la nascita del rockabilly. Scotty Moore, il chitarrista, suonò "That's alright, mama", conferendole un ritmo particolarmente teso e aggiungendo riempimenti di accordi che parevano sul punto di esplodere in un assolo, che però non arrivava mai. La formula fu subito ripresa da tanti altri musicisti, i maggiori della scena dell'epoca, da James Burton (che suonò anch'egli con Elvis) a Jerry Reed, da Carl Perkins a Chet Atkins. Questa formula ritmica richiede l'esecuzione di rapidi hammer-on e di un barré parziale all'interno di un contesto di accordi. Se non sai fare un hammer-on, visita la pagina Come fare hammer-on, pull-off e slide.



Chuck Berry, la chitarra rock and roll


Chuck BerryChuck Berry


Più di qualsiasi altro chitarrista degli anni Cinquanta, Chuck Berry è il musicista che "fissa" il momento in cui il rock and roll divenne uno stile vero e proprio. Per questo lo si considera un vero innovatore, un vero eroe della chitarra rock, al pari di Eric Clapton, di Jimi Hendrix o di Eddie Van Halen. Berry aveva in sé l'intero ethos del rock and roll: il ritmo, lo spirito, l'atteggiamento, il gusto dei doppi sensi nei testi, il modo di stare sul palco davanti al pubblico. Tutto questo fra il 1957 e il 1960, molti anni prima che il rock dilagasse inarrestabile nel mondo. Fin dagli esordi Chuck Berry è stato imitato da uno stuolo di chitarristi, che devono ringraziare il cielo per averlo potuto scegliere come modello. Berry ha esercitato un'influenza fondamentale sui Beatles, i Beach Boys, i Rolling Stones, su Eric Clapton e Himmy Page. Molti hanno ripreso e rieseguito i suoi pezzi e gli hanno reso tributo attraverso le loro composizioni, emulandone lo stile.